di Gianni Sorce
E proseguivano a camminare, col capo chino tra la nebbia e i vapori terreni, coscienti che quelli sarebbero stati i loro ultimi passi.
Senza alcun suono di voce ma con l’unico rumore di metallo che sbatteva sulle nude pelli e sulle armature, proseguivano diritti e segnati in volto verso una strada già tracciata da qualcun altro, a ridosso di un futuro già battuto sul ferro delle loro lame.
Armi che chiedevano la vita del nemico e cuori che pretendevano il corpo di una donna e il vino di una taverna.
Cuori semplici di contadini che si sarebbero accontentati di un campo da coltivare, cuori di poeti non adatti al prato insanguinato ove si celebra una battaglia ma cercatori di rime e sinfonie da bardi, cuori di persone che non avevano desiderio alcuno di celebrare cantilene funebri.
Ma per tutti è guerra e per nessuno vi è pace quando giunge il momento, quiete vi è solo per coloro che ad uccidersi li hanno spinti e adesso aspettano risposte da lontano, da molto lontano…mentre sorseggiano un buon brandy o filosofeggiano nelle loro larghe stanze, senza comprendere fino in fondo la realtà di un corpo mutilato, senza capire cosa significa piangere mentre si colpisce.
Intanto qualcun’altra, da tutt’altra parte, innescherà un rosario dall’effetto sorpresa in onore del proprio caro, nascosta in camera da letto per non fare scorgere preoccupazione agli astanti, mentre una lacrima in caduta libera dai suoi occhi benedirà la fine delle sue preghiere.
“Un rosario dall’effetto sorpresa in onore del proprio caro” …Bell’accostamento e fine suggestiva… Grazie Gianni, torna a scriverci presto!
Grazie a Voi,
Per tutti è guerra.
Ciò che non capiscono.