Era il giorno di Tutti i Santi. La terra tremò, tremò forte. Voragini e mura crollavano. La gente, impaurita, scese verso la pianura, sulle sponde del fiume che in quel tratto quasi era oceano. Ma l’epicentro veniva proprio dall’acqua. E onde enormi invasero la grande piazza, le strade. Nelle case, i lumini accesi per pregare i propri defunti, diedero vita ad uno dei più grandi incendi mai visti. E una città fu distrutta: Lisbona, 1755.
Camminare per quelle strade, assaporare l’aria quasi salmastra, mirare dall’alto l’orizzonte. Lisbona è i suoi palazzoni nuovi, le sue stradine dell’Alfama, la piazza do Comercio e quella della Figueira, Bairro Alto, Chiado e i Miradouro, i suoi tram e i suoi elevadores. Lisbona è un Pastel de Nata, una Ginjinha, un bacalao. Lisbona è arte, tanta arte: arte di strada.
Gli artisti non sono solo quelli dentro le gallerie. Ci sono artisti sconosciuti, anonimi o che si nascondono dietro un tag. Artisti illegali? Imbrattatori? Chissà. A mio avviso, le città con tali geni sono più colorate, allegre e con un’anima multicolor. Anche un muro può essere un mezzo di comunicazione.
Ultimamente anche a Palermo (:
Comunque Lisbona è un bacalao con mille agli giganti! =__=