Qualche giorno fa, durante una trasferta di lavoro in Lombardia, seguendo con l’auto le indicazioni per una trattoria mi fermo per pranzare. Di fronte al parcheggio rimango piacevolmente sorpreso nel vedere due nuovi enormi campi di rugby liberamente accessibili da chiunque. Non vi erano infatti ringhiere o barriere di alcun tipo che ne limitavano l’accesso. Vedere questi enormi, sterminati campi verdi, e sentire il morbidissimo prato sintetico sotto i piedi, mi ha emozionato molto. Lo so, probabilmente sembro pazzo, mi emoziono per un campetto di rugby, ma vi spiego.
Ho ripensato a tutte le volte che ho avuto le “ginocchia sbucciate” (cioè con abrasioni da scivoloni), tutti i lividi procurati da caduta su campi di cemento all’oratorio, per strada o nel cortile del condominio. “Se avessi avuto un campo così vicino casa avrei imparato persino a giocare a Rugby!” ho pensato. Purtroppo non ce l’avevo, ero costretto a fare i turni con la mia squadra per giocare al campetto in durissimo cemento dell’oratorio, il gioco era intervallato però da obbligatori momenti di preghiera. In alternativa per giocare dovevo pagare i gestori di durissimi e “sabbiosi” campetti in moquette consumata per giocare un’ora e non un minuto di più, che sentivi dagli altoparlanti “CAMPO 1 TEMPO SCADUTO!” anche se dopo di noi non c’era nessuno in coda. Fare sport, non era soltanto faticoso anche se divertente, era doloroso, difficile e costoso. Eppure credo che l’educazione sportiva fin da piccoli aiuti lo sviluppo del bambino, la sua capacità di associare la disciplina e la fatica ai risultati, e da adulti continua ad essere un antistress naturale, un modo per trovare sfogo e mantenersi in forma e in salute, per il bene dell’individuo, ma anche della collettività. Uno sportivo costa allo stato, in termini di cure necessarie, molto meno rispetto a chi fa una vita troppo sedentaria (obesità, problemi circolatori, … ).
E allora perché non incentivare lo sport? Molti piccoli comuni del nord lo fanno, attraverso la costruzione di parchi attrezzati per i più piccoli, ma anche per gli sportivi, piste ciclabili, e campetti per calcio e calcetto totalmente liberi. Peccato che a nord per 4 mesi l’anno c’è il gelo, per altri 2 piove sempre, ecco perché questi campetti non sono sempre pieni, si riempiono solo in primavera/estate. A sud trovare un campo da rugby aperto significherebbe trovare 365 giorni l’anno uno stuolo di ragazzini che limitano il campo con zaini e lattine per farne 4 più piccolini da calcetto. Mi piacerebbe che si investisse di più in sport, per risparmiare su malattie croniche legate allo scarso movimento, ma capisco che la convenienza di alcuni non è questa, ma quella di mantenere un malato tale, consumatore di medicinali per la pressione e la prevenzione di infarti a vita.
Vero! …E flashante l’immagine del campetto del sud :)