di Dora Pistillo
Ho tagliato tutti i capelli. Un uomo mi ha detto: “Perde il pelo, ma non il vizio”. Ben detto. Ma non perdiamo tempo con le solite polemiche. Ho tagliato tutti i capelli e in molti hanno approvato la scelta. Avrei voluto tagliare tante altre cose di me e non riesco ancora. Ho determinato il taglio e ogni volta convincere il parrucchiere è un problema, anche lui avrebbe bisogno di darci un taglio.
Ascolto canzoni di Pino Daniele, è il 25 aprile. È una festa speciale in famiglia. Ascolto. Questa primavera, Anna verrà e altre che ripristinano un ponte temporale. Ogni anno mi sorprendo a ritrovare il canto degli uccelli, i fiori ai margini di strada e i cieli azzurri e il vento che spazza le nuvole. Mi sorprendo ogni giorno di come tutto sia ancora bello, ancora respiro e ancora vedo e sento. La strada e i suoi odori, i colori, l’aria in cui si muove la mia pelle e una leggerezza sulle spalle che solo questa stagione permette. Mi accarezzo una guancia, e il cuore accarezza tutte le guance del mondo. Accarezzo la testa minuta e pelosa della mia gatta e accarezzo tutte le creature. Così il tronco di questo albero ad angolo sulla strada, i petali vellutati e rifiniti di una rosa di un rosso voluttuoso e raro.
Il mio cuore accarezza ogni cosa e sento che ogni cosa accarezzata sfiora le mie dita. Voglio credere che il mondo si stia trasformando in qualcosa di più bello. Anche il mio mal di testa stasera sparirà e ci saranno solo rumore di stoviglie e luce calda mentre ci sederemo a tavola e come al solito qualcuno avrà dimenticato di mettere i tovaglioli.
Amo cucinare, non l’avrei mai detto da ragazza, perché vedevo la cucina come un obbligo sociale a cui ero tenuta per una convenzione a cui non avevo partecipato. Invece, amo cucinare forse più di quanto lo amino tutte quelle persone che a quella convenzione hanno aderito.
Non si dovrebbe insegnare a dare/fare/dire/rispettare/ecc. per obbligo, ma per piacere. Studio, in famiglia sembra un privilegio, ma non è questo che mi ha condotta a osar chiedere a varie istituzioni di poter accedere. Invece, ho ben poche conoscenze con cui poter parlare delle cose che amo, non perché mi senta una privilegiata. Anche altri avrebbero potuto optare per lo studio. Amo perdermi in divagazioni estatiche e a volte un solo petalo di margheritina sulla mia scarpa mi porta in viaggi lontani. È la libertà di chi è parte di qualcosa di più grande.
Oggi, 25 Aprile, è liberazione da un sistema di oppressione e in molti dovrebbero ricordare. Ogni volta che ci si libera da un’oppressione è festa.
Uscirò senza borsa, solo qualche moneta per il caffè e l’abbonamento. Nessuno capisce che non avere la macchina a volte è una gran libertà; niente pensieri sui sensi di marcia, precedenze, limiti di velocità, parcheggi, pedaggi, pensieri che affollano la mente e lasciano poco spazio al vuoto che permette di raccogliere le sensazioni.
È primavera, è strano come nelle mie orecchie entrino accordi piacevoli che vorrei saper riprodurre solo per poterli conservare meglio. Vorrei fare del tiramisù, dei tortellini che racchiudano piccoli gioielli di ripieno, verdure speziate al forno come non se ne vedono in giro. Vorrei buttarmi sul pavimento di un museo e assorbire le vibrazioni di un Degas o mordicchiare le nocche di un compagno paziente. Voglio un bicchiere di vino rosso.
È primavera, per dinci, a questo serve essere liberi, a godere dei momenti in cui la mente può immaginare. La libertà serve a scegliere tra la macchina e il bus o i propri piedi. A scegliere di indossare un elmetto quando si va a lavorare su un’impalcatura. A optare per un ospedale quando si ha bisogno di assistenza medica. Ad afferrare un libro per tenerlo stretto nel cuore e imparare a memoria delle parole che dicono di noi, che definiscono la direzione del nostro cuore invece che rimanere ignoranti e obbedire per una convenzione a cui non abbiamo partecipato. Le consuetudini nascono da scelte e non c’è libertà se non c’è consapevolezza del poter scegliere e del motivo di una scelta.
Vi auguro la quiete solitaria di un pomeriggio primaverile nel prepararsi a uscire per godere della vita, con la luce, il silenzio del cortile su cui si affaccia la stanza e i bassi che provano in lontananza per l’esibizione a una festa di tutti; il fruscìo delle mani che accarezzano i capi da indossare e l’odore e la forte percezione dell’essere parte del procedere della vita in questo mondo. Vi auguro un bacio con lo schiocco, strette di mano, risate e saluti fugaci tra lo strisciare nella folla. La carezza di un’anziana che conoscete da tantissimo tempo e un passeggino affollato di palloncini spinto da un bambino di due anni con la bocca sporca di gelato.
bellissimo!
Cara Dora, é un bellissimo pezzo, grazie! Mi ha fatto commuovere per la sua freschezza e provare nostalgia al pensiero di quante cose ci si perde e di quante se ne mettono da parte per correre e correre. Sono più dissacrante rispetto al petalo, ma c’é stato un momento in cui sorridevo per il rumore da strappo della carta igienica… Il resto che vita é? Un abbraccio!
Lo rileggo dopo un anno, bevendo birra scura. E lo rileggo grazie a Cristina che si occupa di rivivacizzare con post non nuovissimi la nostra pagina. La memoria è importante, no? (:
Cara Dora. Grazie anche oggi per questo dono, oggi che siamo in quarantena da un mese e mezzo e che (a ricordarcene!) festeggiamo la libertà… [che gran contraddizione!].
Ti rileggo, cara Dora, non sapendo se tu leggi i nostri commenti, quindi libera dalla prestazione che costituisce lo sguardo dell’altro su di me (su di tutti). Mi hai fatto pensare a tutti i grazie che ho detto in questo periodo di “reclusione”: alla donna africana che mi saluta mentre attraversiamo in senso opposto sulle strisce. A Giuseppe che stampa anche per me un’autocertificazione come quella che ha preparato per sua figlia. Alla comprensione sorridente del commesso che gestisce la fila al supermercato. Al mio amore per la cucina (meno alla mia iperinsulinemia…).
…Mi manca il gelato. E sento fortissimo nella mia vita questa frase: “Le consuetudini nascono da scelte e non c’è libertà se non c’è consapevolezza del poter scegliere e del motivo di una scelta.”
Alla prossima (: