NO VEGAN

NO VEGAN, è quello che si legge a caratteri cubitali nei manifesti che pubblicizzano l’apertura di un nuovo bistrot. Che vorrà dire?

È molto criticata l’analogia (anche se con le dovute differenze) che molti vegani antispecisti fanno tra i campi di concentramento del Terzo Reich e gli allevamenti/mattatoi di animali da carne, pelliccia e pellame. Questa analogia, che non vuole sminuire affatto la sofferenza degli ebrei, ma sensibilizzare gli onnivori a quella animale, fa molto discutere tra loro animalisti e non, anche se d’altra parte “canile lager” (lager=campo di concentramento) è un termine molto usato da tutti, TG compresi, per indicare un canile dove i cani vengono detenuti in modo disumano e maltrattandoli. Quando si parla di atrocità sui cani però l’associazione a quelle subite dagli ebrei non fa storcere il naso a nessuno. Gli animali macellati per fare prosciutti e fettine, allevati tra mille sofferenze, sono invece ben lontani dal soffrire come degli esseri umani, il paragone sarebbe oltraggioso.

La scritta NO VEGAN a tal proposito potrebbe ricordare ai più maliziosi le scritte “Vietato agli Ebrei” che si potevano leggere durante il periodo Nazi-Fascista. VEGAN infatti è riferito una dieta, uno stile di vita, un movimento, ma anche a una persona “Sono vegan” o “Sono vegano/a” sono entrambi utilizzati.

Invece con ogni probabilità il cartello chiarificatore “NO VEGAN” viene affisso come una toppa successivamente all’affissione dei manifesti più grandi. Il nome del bistrot “Il melograno” ricorda infatti molti noti ristoranti vegani, le immagini di soli ortaggi e verdure è fuorviante per un bistrot onnivoro. Ecco perché probabilmente all’ennesima richiesta “È un bistrot vegano?” i proprietari hanno pensato che una toppa fosse necessaria “NO VEGAN” e per essere più chiari hanno aggiunto un’altra immagine dove possiamo notare dei pomodorini, del basilico, degli spaghetti (che qualcuno pensa non siano vegani) e ciò che fuga ogni dubbio: due fette di formaggio.

Insomma la scelta grafica originale e il naming sono da dimenticare perchè fuorvianti, la toppa però peggiora le cose.

One thought on “NO VEGAN

  1. Il “no” che esclude. Mah.
    Ché poi mangiare più verdure farebbe molto male ai proseliti del fast food sanguinolento, sah… Ultimamente provo orticarie frequenti… Menomale che esiste la vita in campagna in cui raccogli le susine dall’albero (sono buonissime!)…

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