Io, Giovane Ragazzo Padre – Bilancio di quasi 4 anni di genitorialità

Sono vivo e vegeto, nel senso che sembro un vegetale, un broccolo! Il fatto è che sono sopravvissuto e che sono abbastanza sano di mente da potermi permettere un mini-bilancio da giovane padre (sono sotto i 40 e sono ancora giovane, si!) di una figlia… e anche da marito di una moglie, non dimentichiamocelo mai. La vita scorre veloce tra una stressante giornata di lavoro e una serata di piagnucolanti lamentele a casa. Per esperienza personale posso dire che quando sei in minoranza non è facile, è il mondo che va così, loro sono due donne e tu sei uno e pure uomo! Magari pesi quanto loro due messe insieme, ma sei comunque in minoranza.

Gli umori cambiano a seconda delle ore dormite di notte o allo stress che ti aspetta il giorno dopo a lavoro. Quando l’unico tempo che puoi dedicare a te si riduce a poche ore tra le 23:59 e le 01:59 fai molta fatica a gestire il riposo. Che poi il tempo da dedicare al tuo benessere mentale altro non è che una maratona televisiva spaparanzato sul sofà di Dr. Pimple Popper su Real Time (n.d.r. serie televisiva sulle vicissitudini della Dottoressa Lee, che schiaccia i brufoli più grossi, schifosi e maleodoranti che possiate immaginare) e a seguire una sfilza di  puntate di Vite al Limite, dove puoi commiserarti insieme al Dottor Nowzaradan sulla piaga dell’obesità endemica del popolo americano.

Senza mai dimenticare che ho una figlia, una piccola donna in casa che a volte mi abbraccia e mi bacia, a volte mi picchia e mi tira la barba quando è arrabbiata per un qualsiasi futile (per me) motivo, tipo la privazione di una razione (dose) di zuccheri raffinati. Ho una piccola esistenza sotto la mia responsabilità genitoriale e ho sempre meno tempo per seguirla nei suoi piccoli ma decisi passi. Su di me e su mia moglie incombe una responsabilità enorme: quella di gestire la vita di una quasi 4enne nella sua progressiva integrazione nella società. Tutto gira attorno alla scuola materna adesso. Il centro nevralgico di contatti e conoscenze ruota intorno a pochi, ma significativi, rituali sociali, come per esempio le famigerate Feste di Compleanno; tali riti primordiali sono la scusa per conoscere e incontrare altre persone, altri genitori come te, anche se spesso questo si riduce a subire l’invidia di tua moglie per gli altri genitori, più belli, più in forma e più felici di noi. Perché c’è chi si fa riservare tutto il Country Club per la festa dei 5 anni del proprio piccolo, sfoggiando una torta gigante super figa della pasticceria più in voga in città! Tu invece a malapena riesci a dare un’offerta libera in buoni pasto al parroco per avere la sala fredda e buia di un oratorio senza bagno e riscaldamento e a portare la torta fatta in casa da tua moglie, dove Peppa Pig sembra un grosso ippopotamo viola americano (e quindi sovrappeso).
Senza parlare di quei genitori con 4 figli che fanno Triathlon lunedì, Tennis il mercoledì e Yoga venerdì, mentre studiano per il concorso alla regione e stanno preparando l’ultimo esame per ottenere la terza laurea in giurisprudenza… mentre tu, dopo essere rientrato a casa alle 21:45, aspetti il famigerato “Saaaalve” del Dottor Nowzaradan dopo aver scongelato una pizza della Lidl. La vita è strana e misteriosa, ma tua moglie non lo sa…
I paragoni tra famiglie non fanno mai bene, soprattutto quando tu, tutto sommato, sei anche felice di vivere la tua insulsa esistenza di genitore pigro e squattrinato. Messe accanto, le esistenza portano inevitabilmente a una relazione tra quel padre super-attivo al consiglio dei genitori e tu che ancora non hai imparato il nome della maestra e dell’amichetta preferita di tua figlia. Ma cosa può fare un padre se non ha alcun interesse ad essere mortificato su un gruppo WhatsApp per scegliere il regalo alle maestre? Cosa ci posso fare io se alla famigerata pizzata di fine anno non ricordo il nome o il volto di nessun genitore, anche se li ho salutati tipo mille volte all’ingresso e all’uscita di scuola? Cosa posso farci?

Il mio pensiero va solo ed esclusivamente alla famiglia. I miei turni di lavoro sono studiati in modo da poter prendere la piccola due volte a settimana, e lo stesso mia moglie per gli altri giorni. Il resto è un continuo rincorrersi tra accompagnare la piccola da una parte e andarla a prendere dall’altra. Come un piccolo pacchetto postale che viene rimbalzato da un ufficio all’altro, come un prezioso oggetto senza un destinatario univoco, la piccolina viene costretta a frenetiche corse per permettere al precario schema organizzativo di funzionare. Ovviamente trascurando se stessi e anche la casa dove viviamo, sempre più simile ad un magazzino abbandonato!
Ho provato anche a dedicare un po’ del mio pochissimo tempo libero allo sport, considerato che lavoro in una piscina. Il risultato? Per fare 20 minuti di nuoto tra un turno e l’altro dovevo svegliarmi alle 6:00 del mattino. Dopo una mese di ligia sperimentazione mi sono “dimenticato” varie volte a letto, anche perché le nuove puntate in prima tv di Dr. Pimple Popper erano veramente disgustose e non potevo esimermi dal vederle!

A Settembre la mia signorina farà 4 anni, e da svariati mesi ha già in mente la sua festa, per la precisione da circa il giorno dopo che ha festeggiato il suo terzo compleanno. La torta, gli invitati, la location, tutto è stato pianificato, tutto! In quanto donna, ha già organizzato nei minimi dettagli chi potrà venire alla festa e chi invece dovrà venire alla festa: amici, parenti e animali! Fortunatamente si è adeguata ai miseri standard familiari e, oltre e qualche gioiello di plastica e dello smalto commestibile, si accontenterà anche quest’anno della buia e umida stanza dell’oratorio, della torta amatoriale della mamma (sperando che Masha e Orso non figurino come dei terribili zombie assassini) e dei nostri più cari amici, compresa una folta schiera di genitori disperati come noi: la solidarietà genitoriale spesso si manifesta!

Alla fine in questo caotico mondo autolesionista non ci resta che il sorriso e gli attimi di felicità in famiglia. Come quando mi viene gentilmente concesso di strimpellare la mia vecchia chitarra e la mia piccola ballerina mi danza intorno coreografando con disinvoltura le più tristi ed eversive canzoni di Fabrizio De André; di fronte, il sorriso stampato sulla faccia di mia moglie, che guarda incredula tutta la scena filmando con il telefonino e lasciando due spicci per la fantastica interpretazione da navigati buskers casalinghi quali ormai siamo.

…La vita è una cosa semplice per un giovane ragazzo padre, finché non arriva il secondo figlio

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