Natale alla Materna

di Carlo Nix

Come in un film dei Vanzina ma più triste della fiction cinematografica, iniziano i preparativi alla materna per le festività natalizie. “Echissene!” mi direte voi con avveduta ragione, ESTICAZZI! rispondo io. Questo è un post di sfogo personale contro mia moglie che “a tradimento” mi ha aggiunto sulla chat genitori della sezione della mia piccola figliuola di appena 4 anni. Partiamo da alcune premesse. Questo post rischia di essere sessista per svariati motivi, in primis la chat è frequentata principalmente da mamme (molte, agguerrite e spesso perfide per stessa ammissione di consorte) e da pochissimi papà (tendenzialmente disinteressati e svogliati, insomma uomini).
Mia moglie minaccia di aggiungermi al famigerato gruppo da alcuni anni e in questo periodo ho resistito con tutte le mie forze. Ma l’altro giorno, come un fulmine a ciel sereno, mi arriva la notifica su WhatsApp.

Avviso che ancora non ho notificato; infatti mi ha aggiunto l’amministratrice del gruppo e ancora non ho confermato/abbandonato/spammato il gruppo per paura! Si, ho paura. Ho paura perché in meno di 12 ore di presenza nel gruppo ho ricevuto una cinquantina di notifiche. Ho ovviamente silenziato il gruppo per un anno (di più non si può) ma ad ogni modo non ho potuto fare a meno di leggere i messaggi che le mamme si inviavano in notturna per scegliere che forma di gratitudine mostrare alle povere maestre, che già devono combattere tutti i giorni con i nostri figli.

Il dibattito ovviamente verte su “Che regalo fare alle maestre”. Il problema è atroce ed insormontabile. Si lavora per esperienza e chi ha più figli ha più “natali” alle spalle, in tutti i sensi. Ma questo potrebbe anche giocare a sfavore perché ogni scuola, ogni sezione, ogni classe ha diverse tipologie e peculiarità diverse, e soprattutto ogni gruppo WhatsApp ha le sue regole! Ascoltate le maestre, che dei regali proprio non frega una mazza: hanno chiesto del materiale didattico da usare con i piccoli considerati i pochi fondi messi a disposizione dalla scuola. Idea fantastica! Già, ma che materiale possiamo prendere? Inizia la sfilza di proposte, più o meno lucide, più o meno sensate. Chi ha esperienza proporrà la soluzione già comprovata, che potrebbe essere quella dei colori, dei cartoncini colorati, delle penne, insomma cartoleria a non finire che potrebbe esaurirsi fra i prossimi due secoli e che andrebbe a rimpinguare il deposito merce della scuola per i figli dei figli dei figli.

Ottimo ma… si propone a quel punto la mamma responsabile della cartoleria più in vista della città dicendo: “datemi i soldi che ci penso io!”. Tragedia! E il mio dito scivola inesorabile verso il tasto “Abbandona il gruppo”, poi su “Segnala il gruppo”, poi mi viene anche in mente di rispondere per calmare i toni, ma quando leggo anche mia moglie andare contro come una furia impazzita chiudo tutto e vado in bagno a piangere. Mia moglie mi raggiunge, sbattendo forte i pugni contro la porta mi intima di aprire. – “NO!, lasciami in pace, io non ne voglio sapere nulla!” – “Devi prendere una posizione a riguardo!” – “NO! Non posso!” – “Ma hai visto cosa mi ha risposto quella lì?” – “NO! E non voglio saperlo!” – “Ma come si permette di trattarmi così? MA CHI SI CREDE DI ESSERE!?”.

Mentre mia moglie con la bava alla bocca scrive le cose più infamanti contro fondamentalmente ignoti, io mi asciugo le lacrime e, finalmente, affronto la cosa da uomo adulto: “Ma scusa, non potremmo prendere delle semplici piantine?” (Ho un debole per le piantine io.)
Mia moglie, con le narici ancora gonfie e dilatate per la rabbia, mi guarda come per aggredirmi! Io metto le braccia davanti la faccia per salvare il salvabile mentre lei prende il telefono in mano e scrive: “Ragazze, ma non sarebbe meglio fare delle semplici piantine?”. Dopo ore di riflessione, in tarda notte arrivano a singhiozzo le prime entusiasmanti risposte favorevoli. “Ottima idea!” – “Con il grande facciamo sempre delle belle piante alle maestre” – “Quante ne prendiamo, 3 o 4?” – “Contiamo anche la maestra di sostegno?”. Quando si coalizzano le signore sono molto in gamba e in quattro e quattr’otto si è finalmente giunti ad una conclusione, la più semplice, forse la più banale ma efficace.

La notte è passata e ha portato la tranquillità e la calma necessarie per risolvere i problemi anche più difficili e complicati, mettendo da parte quelle antipatie e quei piccoli attriti che a volte causano quegli spiacevoli fraintendimenti che mettono contro le mamme per motivi futili o per semplice incomprensione. L’aria nel gruppo adesso è distesa e tutti ti danno virtuali pacche sulle spalle per complimentarsi della fantastica gestione dell’annoso problema del regalo alle maestre …quando, a un certo punto: “Mio cognato è un fioraio, le prendiamo da lui le piante, vero?”. Mi giro verso mia moglie, che digrigna violentemente gli incisivi fino a causare delle scintille luminose. Ho abbandonato il gruppo. E anche la casa!

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