Un porcospino ed una volpe ballavano su un prato
sotto luci colorate ed un tavolo addobbato.
Il fuoco scoppiettante ed il vino colorato
facevano contorno al pic-nic organizzato.
La volpe allegra, brilla ed intenta a piroettare
vide il porcospino rattristarsi e sospirare:
già da tempo il suo umore voleva sollevare,
questa festa per l’amico decise organizzare.
«Che succede, caro amico, non ti piace questa danza?»,
la volpe chiese seria ma con finta noncuranza,
«Son giorni che sei triste e mantieni la distanza,
non ci farei attenzione in un’altra circostanza».
Per non offendere l’amico, parlava con destrezza
si volgeva al porcospino con gran delicatezza,
quello per risposta pianse e ammise in amarezza
che aveva gran bisogno di un bacio o una carezza.
«Ci penso fino a notte e mi sveglia ogni mattino
la paura che nel fondo sarà questo il mio destino,
perché per quanto dican “sei simpatico e carino”
andiamo, chi vorrebbe mai abbracciare un porcospino?»
Così con fare calmo sguardo basso e rassegnato
rimase il porcospino mogio mogio e sconsolato.
Vedendolo avvilito, tetro affranto ed abbacchiato
pensò la volpe invero non lasciarlo in questo stato.
‘Si grande fu l’istinto di umiltà e d’affetto,
abbracciò il porcospino tenendolo a sé stretto.
Che importa degli aculei appuntiti dritti al petto
se grande fu la gioia per quel momento perfetto.
Soddisfatta la volpe ma col corpo dolorante
vide il porcospino con un sorriso abbagliante:
«Sei stata un gran aiuto» disse tutto gongolante
«Lascia fare a me adesso» squittì rassicurante.
Come del cuore la volpe curò le ferite,
il porcospino del corpo si prese cura mite.
In mutua assistenza le loro azioni finite
di entrambi gli amici furon le pene svanite.
Ritornarono i due a godersi la serata
contenti della loro amicizia affiatata.
La voglia di star bene era ormai stata appagata.
Di un abbraccio l’importanza non va dimenticata!