Parliamo di coppetta mestruale

Eccola, è proprio lei: la coppa! Non è quella del nonno, nemmeno quella “de la vida” come cantava Ricky Martin! Sto parlando della coppetta mestruale – questa sconosciuta.

Il mese scorso pubblicai su Facebook e Instagram una foto della coppetta chiedendo ai miei amici e followers se la conoscessero e – per le portatrici di vagina – se la usassero. I commenti si dividevano tra chi la usava e dichiarava “mai più senza” e chi invece non l’aveva mai provata perché insicura e con tanti dubbi. Rispondendo ai commenti avevo promesso un post a riguardo e quindi eccomi qua.

Premetto che non sono un’esperta di ginecologia e che ogni esperienza è, indubbiamente, soggettiva. Per chi non lo sapesse, la coppetta mestruale è una coppetta – appunto – in silicone ipoallergenico, dalla forma a imbuto o a tappo, come suggerivano scherzosamente due miei amici utero-deficienti. Ce ne sono di diverse misure e consistenze. La misura ovviamente non dipende dalle “dimensioni” dell’utero o della vagina (in quanto, a parte la battuta del salame in corridoio, la vagina è elastica e non si deforma mostruosamente per qualche centimetro inserito) ma ovviamente c’è differenza se hai avuto dei parti naturali (tutto dipende comunque dalla tua cervice). La consistenza invece modifica la morbidezza del silicone e quindi ci sono coppette più o meno rigide dipendendo dalle marche. Inoltre la coppetta può essere indossata anche per 8 ore consecutive (alcune marche dicono fino a 12 ore) e può durare molti anni. Non mi addentro in altre caratteristiche tecniche, per quello esistono i motori di ricerca.

Vorrei, invece, rispondere a qualche dubbio in merito alla praticità, efficacia ed efficienza del prodotto – manco fossi un puto influencer!

Flusso abbondante

Ora, a meno che non abbiate gli idranti aperti, il problema del flusso abbondante non si pone, cioè non è che vi esce tipo a pressione e la coppetta vola via come una catapulta (cit.)! Nei giorni di ciclo più abbondante sarà sufficiente svuotarla più spesso. Pensate però che, a differenza di un tampone interno o un assorbente esterno, la coppetta raccoglie non assorbe. Quindi se magari vi immaginate un flusso abbondante solo perché vedete il vostro assorbente tutto rosso (e non blu, come in molte pubblicità) sappiate che è perché è fatto di materiale spugnoso che assorbe il liquido che quindi si espande. Molto spesso la quantità che “riempie” un assorbente o tampone, risulta molto poca se raccolta nella coppetta. Personalmente infatti ho notato che la stessa quantità di mestruo che mi riempiva un assorbente, riempie un dito di coppetta. Un assorbente lo cambiavo ogni 2 ore, più o meno, adesso nei giorni di flusso abbondante cambio la coppetta ogni 4-barra-6. Nei giorni di flussi meno abbondanti la posso lasciare anche 10 ore. Ultimamente ho letto pareri discordanti sul tempo massimo consigliato ma spero conosciate il vostro corpo e sappiate cosa è meglio per voi. Voglio dire, ci siamo infilate i tamponi che sono mooooolto più pericolosi, un’ora in più con la coppetta non fa niente.

Dove la cambio?

Ci sta. Ci sta preoccuparsi dell’igiene. Vivendo all’estero e assieme ad altri stranieri mi sento di dire che “siamo italiani, ci preoccupiamo dell’igiene”. La maggior parte delle mie amiche si sono poste il problema di “dove la cambio se sono fuori casa”? Devo ammettere che questo è stato il dubbio che per un bel po’ di tempo mi ha fatto desistere dal provare la coppetta. Il fatto è questo, siamo sinceri, le prime volte non è per niente facile inserire la coppetta: devi trovare il giusto modo di inserirla (sì, ci sono diversi modi) ovvero quello che ti viene più facile. Una volta che ci avete fatto la mano, non sarà più un problema quello di svuotarla. Nancy lamentava – a ragione – il fatto che nel suo ufficio il bagno fosse condiviso e molto stretto, per cui le sarebbe risultato impossibile cambiare la coppetta con la giusta igiene necessaria. In realtà non è difficile, basta avere dell’acqua e del sapone. Ti lavi le mani, tiri fuori la coppetta, la svuoti, la sciacqui lavandola col sapone neutro e la indossi nuovamente, per farlo non ci serve un openspace, né dobbiamo fare un corso di circo e contorsionismo. Io l’ho fatto in vacanza, e mi cambiavo nei mini cessi dei peggiori bar di Londra.

Basta prenderci la mano! Ultimamente l’ho indossata pure durante la notte. Uso quella di misura piccola e morbida (vi scrivo la marca ma senza scopi commerciali: SìBel, conosciuta appunto per la sua morbidezza). L’ho comprata in farmacia, era l’unica che c’era e diciamo che mi sono lanciata a kamikaze – ho avuto culo! Sto risparmiando tantissimo in assorbenti e la mia pelle mi sta pure ringraziando! E poi è anche una scelta green!Le coppette costano sui 20€ e durano anche 10 anni. Si possono comprare i contenitori per portarsela dietro, in silicone rigido o i sacchetti in cotone biologico; esistono anche i contenitori per sterilizzarla al microonde (anche se io preferisco il buon vecchio metodo del pentolino sul fuoco). La coppetta va sterilizzata prima di usarla la prima volta e dopo l’ultima volta (cioè a inizio e fine mestruazioni), durante l’utilizzo basta lavarla con acqua e sapone neutro (se acqua calda meglio).

Sinceramente mi ha fatto piacere scrivere di questo argomento per rispondere a qualche dubbio. Ciò che lamento è che i dubbi persistono perché – come ho scritto in questo blog diverse volte – le mestruazioni (e in generale il ciclo mestruale con tutto ciò che comporta) sono ahimè considerate ancora un tabù. E non è difficile imbattersi in farmaciste (e soprattutto farmacisti) che non sappiano rispondere alle domande e alle perplessità. Qui in Spagna siamo più informati perché regna meno che in Italia il patriarcato, quello che ti fa vergognare per avere “le tue cose”. Ma quello è un altro discorso.

 

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