Intersezionalità e femminismo, pillole di significato

Intersezione: in matematica, e in particolare nella teoria degli insiemi, l’insieme dei punti comuni a due linee, a due piani, a una linea e a un piano…
Intersezione: incrocio, incontro.

Ultimamente sentiamo sempre più dire “femminismo intersezionale” ma cosa significa in realtà? Io ne avevo una idea piuttosto vaga, mi figuravo un’intersezione delle tematiche di genere con altri ambiti sociali o con altre tematiche, avendo studiato scienze interdisciplinari pensavo fosse una roba simile…

Beh, più o meno. Sul sito italiano di “non una di meno” per spiegare cos’è il femminismo intersezionale, evocano una metafora eccellente: quella del piano cartesiano! Immaginate un piano cartesiano, con le due assi orientate che danno gerarchie e ordine. I vari punti su queste linee possono essere classificati in ordine crescente o decrescente, e così possono essere classificate le persone: dal più piccolo (di importanza) al più grande. Nel grande piano cartesiano che è la nostra società i bianchi saranno più importanti dei neri, i maschi delle femmine, i portatori di corpo abile dei detentori di disabilità e così via. Queste gerarchie, si legge sul sito, sono definite da assi che dividono le persone in base ad una caratteristica: il sesso, l’identità di genere, la razza, la condizione socio-economica, l’abilità…  E così si crea l’idea di questi “assi di oppressione” che gerarchizzano una società dicotomica oppresso/oppressore. Ogni asse di oppressione individua nel soggetto oppresso il protagonista di una lotta di rivendicazione: la donna per l’oppressione di genere, il proletario per quella di classe, il nero per quella raziale e così via.

Cosa succede, però, se ad essere oppressa è ad esempio un’operaia nera e lesbica? Ogni persona, così come un punto in cui passano infinite rette, può essere attraversata da diversi (magari non infiniti) assi di oppressione. Un’analisi socio-politica che tenga conto di tutte le assi di oppressione e le loro intersezioni è sicuramente molto complessa ma certamente più autentica. Il femminismo intersezionale è quindi caratterizzato dal fatto che non vuole usare una sola chiave interpretativa della realtà e della società al fine di non appiattire l’esperienza personale di ognun* lungo una sola asse.

Il femminismo intersezionale lotta contro il maschilismo, il sessismo e la violenza di genere, tenendo in conto delle differenti oppressioni all’interno della minoranza, applicando quindi più chiavi di lettura all’interno di un singolo tema. Se si vuole, cioè, una rappresentazione più vasta della donna nella società dobbiamo anche tenere conto delle minoranze all’interno della minoranza e dare rappresentanza anche a queste persone.

Io che sono donna cis etero bianca benestante riconosco che sono più privilegiata rispetto ad una donna nera, ad una donna lesbica, ad una donna trans, ad una donna in stato di povertà eccetera. Il femminismo intersezionale vuole dare spazio a chi spazio ne ha meno di me perché la lotta rimane comune e lottare per i diritti di tutte, tutti e tutt arricchisce ognuno di noi.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.