La morbosa ricerca del Perchè

Attenzione: in questo articolo si parla di suicidio, se ritieni di essere sensibile all'argomento ti sconsiglio di leggerlo.

In questi giorni prima delle feste vorrei abbracciare molte persone, fottendomene del COVID, fottendomene dei cattivi odori, dei malintesi, del ritardo della mia intenzione, degli orgogli, della diffidenza. Vorrei, ma non lo faccio o non lo posso fare.

Vorrei abbracciare Emanuele Sabatino, meglio conosciuto come “EmaMotorsport”, una web star che con entusiasmo e passione spiegava – anzi spiega ancora perchè i suoi video saranno quasi immortali – come funzionano i motori, quali gomme scegliere e cosa vuol dire la sigla 5W40 sull’etichetta di un olio motore. Avrei voluto essere lì nella sua officina per convincerlo con un abbraccio a non togliersi la vita, dirgli che ha ancora tanto da dare al mondo e tanto da raccogliere, come l’affetto che milioni di follower e gente che ha conosciuto anche solo per un po’ sta mostrando. È riuscito a fare cliccare “Segui” a me che non capisco nulla di automobili e motori e soprattutto sono poco interessato all’argomento. Il suo modo entusiasta e semplice di spiegare mi ha contagiato e volentieri guardavo i suoi video. Poi un giorno trovo una sfilza di commenti “R.I.P.” con manifestazioni di affetto e incredulità. Gente che si chiedeva “Perché?”. Come può un uomo all’apice del successo, divenuto anno dopo anno il meccanico youtuber più famoso d’Italia, all’inizio di un percorso televisivo, decidere di impiccarsi in officina? Perché? È la domanda che la maggior parte si pone. E le risposte non ci sono, qualcuno tra i commenti dice che si era conclusa da poco la causa di divorzio con l’ex-moglie che aveva ottenuto l’affidamento esclusivo dei loro tre figli. Non lo so se è vero o meno, e, ammesso che lo sia, non so se è sufficiente per buttare nel baratro un uomo forte come un leone, che si era ripreso da difficoltà economiche ben due volte, la prima a causa di un disastroso allagamento in officina e dai clienti che non pagavano, la seconda a seguito del grosso furto subito nella sua nuova attività di vendita di biciclette elettriche. Come una fenice rinasce dalle sue ceneri, così si era reinventato come meccanico social; ma poi per qualche motivo ha scelto di non essere più tra noi. Cercare il perché potrebbe sembrare la ricerca morbosa di un pettegolezzo, ma non è così. Non trovare il motivo mi fa pensare “Se una persona apparentemente gioviale, forte, in grado di rialzarsi ben due volte, che svolge con successo il lavoro che lo appassiona, che ha tre figli, uno dei quali in parecchi video è lì, affettuosamente coinvolto, con lui entusiasta, se persino lui ha deciso di togliersi la vita e non si trova una spiegazione… allora può succedere anche a un mio caro, o persino a me!”
Devo trovare una spiegazione, una che mi lasci dire “Ah! Ecco, poveretto, un cancro allo stadio terminale. Spero che non succeda a me!”
Il solo divorzio e affido esclusivo dei figli non è abbastanza per me, per come la penso ora, ma forse non è così, non lo è per tutti. Non riesco a spiegarmelo, così cerco su google e leggo:

“In Italia oltre 4 milioni di padri separati. Quasi il 50% patisce gravi condizioni di indigenza.”

“Ogni anno si suicidano 200 padri separati!”

“Caritas, aumentano i nuovi poveri: 1 su 2 è un padre separato.
Alcuni degli 800 mila padri separati che vivono sulla soglia di povertà sono costretti addirittura a vivere in auto.”

Caspita, allora è più verosimile di quel che pensavo. Non so se è successo anche a lui, non so se è vero dell’affidamento esclusivo (che richiederebbe gravi motivazioni), certo è che bisognerebbe trovare un modo per sostenere i padri divorziati, sia economicamente sia psicologicamente. Mi accontento di questa spiegazione, anche se potenzialmente non veritiera, ma utile a far emergere un problema che esiste davvero e che in silenzio uccide, logora, affama e spegne tanti padri. Sono padre da poco e immedesimandomi diventa sempre meno assurda questa spiegazione. È ora che se ne parli!

One thought on “La morbosa ricerca del Perchè

  1. Stupita, ma non troppo… I perché possono essere così tanti… Qualcosa però la penso. Seguivo un papà che fu tenuto lontano dalla figlia per 6 mesi senza validi motivi (a quanto diceva e documentavano legali e varie)… E questo pure prima di ogni sentenza di qualsivoglia genere.
    Credo che la psicologia e i servizi sociali dovrebbe fare di più per fenomeni sociali nuovi (ma inzomma, oramai neanche poi tanto!) come questi, in cui è certo che ci sono traumi (micro o macro: poco importa per gli studi; anche micro, ma cumulativi, possono far molto male)… e, altre a ciò, ben che vada c’è una forte depressione (che si può letteralmente mascherare dietro forze e sorrisi apparenti) o un utilizzo di esseri umani (in questo caso bambini!) come oggetti …boh, di potere e rappresaglia (nel caso del mio paziente) o semplicemente trattati da bambolotti che possono essere privati per disaccordi tra adulti di una necessità da bambini: star vicino a chi amano. E difatti, se questa è la faccenda, ecco i frutti… :(

    Abbracciamoci di più. va.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.