di Lucia Immordino
Alle soglie di un Natale anomalo, che giunge stanco e affaticato da un anno colmo di stranezze, una cosa da sezione aurea è accaduta: la scarcerazione del giovane combattente per i diritti umani, Patrick Zaki. Un affare da numero di Fidia!
Per chi ancora non lo conoscesse, si tratta della sezione aurea o proporzione divina o rapporto tra due numeri consecutivi di una certa serie che si indica con la lettera greca phi ed è rappresentato dalla formula seguente:
Cartesio, invece, ci insegna come si raffigura: attraverso una spirale logaritmica che si ottiene seguendo la traiettoria di un punto che si muove in moto uniformemente accelerato su una semiretta la quale, a sua volta, ruota costantemente intorno alla propria origine. Più o meno così:
Tra i secoli 1200 e 1300 filius Bonacci, ovvero Leonardo da Pisa figlio di Guglielmo Bonaccio, meglio conosciuto come Fibonacci, introduce per la prima volta, in matematica, una successione di numeri ricorsiva, lineare ed omogenea in cui ogni termine risulta essere la somma dei primi due che lo precedono e cioè: 0, 0+1=1, 1+1=2, 1+2=3, 2+3=5, 3+5=8, 5+8=13, 8+13=21 … e così via.
Il suo intento è quello di trovare una legge matematica che descriva la crescita di una popolazione di conigli ma, nella realtà, anche le galassie, i cicloni, le conchiglie, l’apertura dei petali di una rosa, il corpo umano hanno una relazione con la successione dei numeri di Fibonacci e tutti tracciano rapporti aurei.
Grandi artisti, che conoscevano il numero di Fidia già noto sin dall’antichità, si sono avvalsi della sezione aurea per realizzare la Piramide di Cheope, il Taj Mahal, Notre Dame de Paris, il Tempio Malatestiano, la Gioconda. Perfino marchi di caratura mondiale come la Apple e McDonald’s lo hanno scomodato.
Il rapporto aureo, pertanto, può essere inteso come il punto di massima connessione tra la suprema armonia dell’universo e il modello che lo riproduce e rileva come il progresso armonico della forma sia congiunto all’esigenza degli esseri viventi di svilupparsi secondo natura nella maniera migliore e più economica possibile.
Esso ci dà solo un assaggio della consonanza che governa il cosmo, un’armonia che oggi si frantuma nel mondo e tra gli uomini attraverso la mortificazione dei diritti umani, l’insabbiamento del DDL Zan, la dittatura della Bielorussia, il consenso dell’Europa al filo spinato, la morte per congelamento o per annegamento di innocenti, l’aver ancora una volta disatteso lo sviluppo sostenibile contro il cambiamento climatico, i talebani in Afghanistan e …un patriota (anacronistico) come eventuale candidato alla presidenza di un’Italia burina e coatta.
Un equilibrio che ha perso nell’essere umano la perfezione del suo ritmo, la precisione del suo respiro, la compiutezza della sua di bellezza e la cui armonia oggi si infrange tra i punti aguzzi dell’inettitudine di un’umanità indegna.
Cara Lucia… fino alla fine, leggevo con un sentire -ahimé – distopico di armonie, di rapporti aurei e speranzosi e di perfette contingenze …e non riuscivo proprio a crederci; questo é per me un sintomo di malessere personale. Poi sono approdata all’ultimo paragrafo e ho avuto la conferma di non essere la sola.
Per deformazione professionale, coltivo la speranza. Ma confesso che a volte cedo allo sconforto e mi chiedo come ne usciremo… Come? Che idee abbiamo? Che idee avete voi altri?