Non è uno sport, nemmeno una tecnica new age per ritrovare sé stessi. Anche se in un certo senso può sembrarlo. Chi pratica ghosting, infatti, corre, cioè scappa. Scappa da una situazione che non vuole affrontare. Ed esce di scena, sparisce per non farsi trovare o per ritrovare la sua pace interiore. Chi pratica ghosting è campione olimpico del taglio. Taglia infatti tutti i rapporti con la persona dalla quale scappa. Inoltre è anche medaglia doro in evitare ogni spiegazione. Ma torniamo seri per un momento.
Tutti più o meno siamo stati vittime e carnefici di ciò che viene definito ghosting. Il ghosting avviene quando qualcuno interrompe bruscamente qualsiasi forma di contatto e comunicazione senza spiegazione alcuna. Normalmente nei confronti di qualcuno con cui si stava instaurando un vincolo emozionale e/o di tipo sessuale.
Questa pratica è sempre esistita ma negli ultimi anni si sta quasi normalizzando e sempre più persone sono inclini ad adottarla. Causa anche la facilità dei nuovi tipi di interazione social: è facilissimo bloccare una chat su WhatsApp o su Instagram. In passato chi era vittima di ghosting rimaneva appiccicato al telefono (fisso) aspettando una chiamata. Adesso il disagio generato dal ghosting si amplifica per le molteplici forme di comunicazione istantanee. Per colpa delle tecnologie digitali, infatti, il ghosting genera più ansia e diventa più esplicito, tanto per la persona che ne è vittima che per chi lo mette in pratica.
“Tesoro, dobbiamo parlare”, la tipica frase di chi vuole rompere con te si è trasformata in “questo utente ti ha bloccato” o nella tristissima spunta unica di WhatsApp. C’è chi difende questa pratica appellandosi al fatto che una conversazione del tipo “non sei tu, sono io” o “ho bisogno di tempo o di un cambiamento” è altrettanto codarda come la pratica del ghosting. Ricordiamoci che Chandler in Friend è partito per lo Yemen pur di non dover affrontare l’ennesima rottura con Janice! OH MY GOD, diremmo. Ebbene sì, per molte persone non è facile avere a che fare con i propri sentimenti e molti non hanno idea di cosa sia la responsabilità affettiva.
Perché certe persone praticano ghosting?
- Per evitare conflitti o per sfuggire al confronto, non essendo capaci di gestirli;
- Perché è più facile: è facile spegnere il cellulare o semplicemente smettere di rispondere;
- Per non confrontarsi con i propri sentimenti, non essendo capaci di sentire realmente ciò che provano o ciò che vogliono;
- Perché non essendo pu’ interessati in nessun tipo di rapporto con l’altra persona pensano sia meno doloroso evitare il contatto piuttosto che essere onesti;
- Perché hanno paura di deludere l’altro;
- Per vergogna.
Che effetti può avere il ghosting?
Per molte persone il ghosting è molto doloroso in quanto può far riaffiorare ferite di attaccamento o abbandono infantile non del tutto guarite o traumi emozionali non superati. Ciò naturalmente danneggia maggiormente i sentimenti della persona vittima di ghosting e aumenta la sua percezione di inadeguatezza e rifiuto. Chi viene abbandonato non ha la possibilità di processare il dolore della separazione e tende a veicolare la rabbia repressa verso se stesso. Il ghosting in queste persone può aumentare le insicurezze nelle relazioni e minare la fiducia verso l’altro, diminuendo l’autostima e amplificando comportamenti ossessivi di ricerca di conferme da parte dell’altro.
Come affrontare il ghosting?
Sembra superfluo dirlo ma “non è colpa tua”. Se sei stato vittima di ghosting devi riflettere sul fatto che il comportamento di chi ha praticato ghosting e la sua inettitudine a gestire la situazione con il confronto non ha niente a che vedere con quanto vali, con le tue qualità o con il tuo comportamento (a meno che non siete stati aggressivi e avete messo in pericolo i limiti e le barriere dell’altro, in questo caso vi meritate il ghosting e magari una bella denuncia). Vedete quanto accaduto come un “regalo” e cercate di superarlo pensando che lo scarso livello di emotività e lo scarso rispetto nei vostri confronti non è ciò che vi meritate e ve ne siete liberati. Cercate di parlarne con qualcuno o di scrivere su come vi sentite, potrebbe aiutarvi a esteriorizzare il dolore e la rabbia e far affievolire la tristezza provocata dal sentimento di abbandono. Compensate il vuoto con nuovi obiettivi e attività che possano aiutarvi a distrarre e soprattutto cercate di uscire dal ruolo di “vittima”. Intraprendere un percorso di psicoterapia può aiutarvi a comprendere il motivo della vostra sofferenza e ad essere coscienti di ciò che siamo e di cosa abbiamo bisogno.
Sembra che che chi è vittima più facilmente potrebbe essere prossimamente carnefice. Insomma il ghosting sembra contagioso. D’altra parte in amore “vince chi fugge” si dice. Io credo che in amore vince chi ha il coraggio di restare, di resistere, di combattere.
Concordo…
Ma é anche vero che le storie si ripetono ed esistono i “ciclo dell’abuso”…
Cicli* (maledetto t9!)
Dipende. Conosco persone che dopo anni in cui spediva messaggi puntualmente e prontamente letti (incluse richieste di spiegazioni per la mancata reciprocità nella comunicazione) non bilanciate da una qualsivoglia risposta (o risposte molto vaghe e generiche, quasi pretesti), si sono semplicemente stancate. Se non c’è reciprocità non c’è amore.
Grazie Cri, faccende attuali di cui parlare..
Manca però un pezzetto: essere “vittime” dà anche un ruolo sociale. E Per qualcuno questo é gratificante. É una piccola insidia di cui la “vittima” Può occuparsi, per evitare di rimettersi INCONSCIAMENTE in situazioni simili!
Beh, sappiamo che tendiamo a ributtarci nelle stesse situazioni. Peró che la vittima diventi carnefice non ne sono cosí sicura.