Potere alle donne #2

di Dora Pistillo

(accompagnare col seguente link: Samsara in last 12 mins – YouTube )

Qualche tempo fa inciampai in un ex collega, persona squisita che si occupa di insegnamento dell’educazione musicale. Parlando brevemente del più e del meno gli accennai a dei miei interessi ripresi in mano e scherzando (ma non troppo) suggerii di portare in classe delle registrazioni di opere canore composte da una persona molto lontana nel tempo. Quasi mille anni fa. Ora si fa fatica a pensare che una sola persona possa essere occupata con più di un’attività, figuriamoci se donna. Qualora fosse così, s’imputerebbe la cosa alla fortuna e alla grande disponibilità dei mezzi attuali. Ebbene, Hildegarda – Sibilla del Reno – in vita si occupò di molte cose, ed intrattenne relazioni culturali di sostanza. Una delle sue opere, quella il cui ascolto suggerii al Professore, si intitola Hortus Deliciarum, come l’opera enciclopedica redatta da una badessa sua contemporanea. Non a caso.
Spesso ascolto la registrazione nelle più disparate occupazioni quotidiane e mi lascio impregnare dai vari livelli e dalle riflessioni che spuntano come germogli da un suolo reso fertile. Voci femminili che a distanza di secoli traducono il sentire di una creatura che ha utilizzato i doni a lei destinati con grandissimo entusiasmo, intelligenza e generosità.
Scrittice, compositrice, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, consigliera politica, linguista, gemmologa, cosmologa, naturalista, erborista, guaritrice e mistica. Messa così sembra una di quelle cose arrangiate per far belli certi soggetti in realtà dalla consistenza dubbia. Nel caso della benedettina, si tratta di una semplificazione; perché creare una lingua, la Lingua Ignota (e un relativo alfabeto), è qualcosa che puoi fare solo se hai uno smisurato senso del gioco fin dalla nascita, che hai coltivato con costanza, leggerezza e uno spiccato senso di appartenenza al creato nella sua interezza.
Insolitamente attenta al benessere psicologico delle consorelle, Hildegarda promosse dei costumi tutt’altro che privativi nel convento di cui era responsabile. Ciò coerentemente e nel rispetto delle regole dell’Ordine ma espressione significativa di una visione in cui la bellezza e il benessere sono parte integrante di un progetto divino per l’essere umano.
Perché proporre – e come – l’Orto delle delizie in un periodo in cui i ragazzi hanno una stimolazione culturale non sempre adatta ad una visione libera del mondo di cui sono parte. Perché i giovani sappiano che non è necessariamente corretto dire che le donne non avevano possibilità in passato, che anzi, spesso le donne erano punti di riferimento per le comunità e le popolazioni. Fino alla storia più recente, ad esempio, l’assistenza alla venuta al mondo di nuovi esseri umani era prerogativa femminile, pochi uomini potevano e spesso erano medici che non si lavavano le mani dopo aver assistito al parto di bovini. Quando gli uomini erano impegnati in conflitti, il peso e la responsabilità della società era sulle spalle delle donne. Le donne hanno avuto un ruolo importante nella storia e se nelle statistiche i nomi delle intelligenze culturali legate al sesso femminile sembrano in minoranza, la presenza attuale non è sorta dal nulla.
Il “gusto” è qualcosa che si e-duca. La libertà è una responsabilità possibile nel momento in cui vi è una moltitudine di riferimenti attingibili. Ascoltare, stimolare domande e riflessioni su qualcosa di così lontano dalla forma attuale delle cose comunemente riconosciute, autorizza la creatività, il coraggio decisionale, esplorativo, l’elaborazione originale da parte dei singoli individui; incoraggia la qualità che contraddistingue il genere umano, avvalora l’esperienza che rende indispensabile e giustifica il numero di presenze umane superiore all’uno. Il colore della vita è pluralità di sfumature che mantengono ognuna la propria nota in un concerto in cui tutte hanno rilievo. Avrete capito io sia convinta che un maestro è in ognuno di noi; come insegnare, perciò? Come per tutte le discipline, con grande rispetto (per la materia e per i discenti), curiosità, interesse e desiderio di condivisione.

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