Galleggiano su acque profonde le nostre vite,
come scogli che emergono nudi, fragili,
siamo isole sul pelo di superficiali acque.
Noi erranti, in cerca di rifugio, di legame,
fatti di gioie emerse che poggiano su dolori affogati,
nascondiamo tesori negli abissi più segreti,
eppure con la coraggiosa bassa marea del dialogo,
le nostre anime si scoprono sorelle non più sole.
Ci tocchiamo il cuore e ci riscopriamo simili,
nella vulnerabile bellezza dell’umanità,
abbracciati in un unico oceano che ci unisce tutti.
Molto bello e dolce, poiché speranzoso!
Lo abbiamo provato molte volte tra amici, qualcuno ha il privilegio di provarlo anche tra estranei: il dialogo (ovvero il “discorso TRA” persone, con l’Altro… essere soli non basta!), la sorellanza, la “similitudine”.
Come dice il mio prof., “quando l’umano si può contattare, non si può più fare la guerra, perché tutte le persone sono meravigliose”. Lo provo e lo credo fermamente, anche se è spesso difficile tenerselo stretto e trovare quei cuori e quell’abbraccio di cui parli.
…L’egoismo è diventato un valore desiderabile, e di questo bisogna essere consapevoli!