Giustizialismi, e di come -per la prima volta- vado al sindacato (e sicuro mi licenziano!)

L’estate dei miei 18 anni accettai il primo lavoretto della mia vita. Ero ancora minorenne (avrei compiuto i 18 qualche settimana più tardi) e il gestore del baretto dove andavo sempre con le mie amiche i pomeriggi dopo scuola mi offrí un lavoro come cameriera per le colazioni, solo qualche ora la mattina fino a pranzo: “ti pago 500€ al mese”. Mi convinsi ad accettare questo quasi part-time perché in fin dei conti i soldi mi avrebbero fatto comodo. Era luglio, alla fine del mese Armando – cosí si chiamava il “padrone” – mi allunga una busta dicendomi “sono 450€ perché, sai, ‘sto mese non é andata bene come speravo”. La mia me di allora, diciassettenne, ebbe il fegato di rispondere cosí: “ah, quindi se andava bene mi pagavi di piú?”. Diedi le dimissioni seduta stante e finii la mia settimana di preavviso andandomene a testa alta. 

Dopodiché di angherie ne ho viste e subite a bizzeffe. Tipo turni di 10 ore come cameriera pagati in totale 30€, “però non dirlo agli altri, ché a loro gli do 20”; contratti ridotti ma ore extra pagate in nero; giorni liberi good bye; eccetera. Per cui potrete immaginare come mi sentii quando venni in Spagna e mi dissero che qui esiste una cosa chiamata “salario minimo”. Meraviglioso! Quando iniziai a lavorare qua avevo, per la prima volta, un contratto in regola, coi giorni liberi, i festivi pagati doppio, ferie pagate e ore extra in busta paga. First reaction: Shock (cit. M. Renzi), contentissima di essere approdata in una terra giusta. 

Ma attenta cara, ché non è tutto oro quello che luccica! E sí, anche qui fanno “scarpuzze”, come diciamo noi. Anche qui esistono le ore extra pagate a nero, i festivi non pagati, le ferie non date, i livelli professioniali non rispettati, e molte altre cose… ma giusto perché ormai mi ero abituata a pensare “bene”, tutto ciò mi da più fastidio di quando mi pagavano 30€ per lavorare 10 ore al bar. Quindi ho deciso di non accettare più ingiustizie e denunciare. L’azienda per la quale lavoro ultimamente si sta approfittando del fatto che nessuno si stia lamentando di lavorare senza sosta per 7 o 10 giorni di seguito senza riposo, o del fatto che dobbiamo prenderci le ferie quando dicono loro! Noi piccoli schiavi lavoriamo e sopportiamo. Il corrispettivo italiano del ccnl del settore turistico, ovvero il “convenio de hostelería”, dice che per norma tutte le ore lavorate tra le 10 di sera e le 6 di amattina devono essere pagate il 25% in più e, la mia azienda non le paga. Quando sono entrata a lavorare qua quasi non ci facevo caso, non mi importava in quanto i benefici erano maggiori rispetto al lavoro che avevo anteriormente, quindi accecata dalla tranquillità mentale mi lasciai abbindolare. Ora però, dopo settimane e settimane di soli turni di sera e di notte, diciamo che mi sono rotta le scatole! Ho già preso appuntamento per un’assistenza legale al sindacato e sono decisa a battagliare contro l’ennesima ingiustizia subita in quanto lavoratrice/schiava del capitalismo. Ovviamente questo all’azienda non piacerà, mi potrebbero anche cacciare, non mi importa. Però per lo meno sarò fedele alla mia me diciassettenne che non sopportò l’ingiustizia alla sua prima esperienza lavorativa e la renderó fiera. Un mondo senza schiavi è ormai impossibile ma almeno un po’ più giusto, sì, rendiamolo possibile. Vi terrò aggiornati. 

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.