Dovete ascoltare “Piedi in acqua” di Carmelo Pipitone, punto.

Io non sono una critica musicale, né tantomeno una musicista professionista, quindi dire che Carmelo Pipitone è uno tra i migliori chitarristi del nostro tempo è una percezione totalmente empirica. Eppure…

Eppure io riconoscerei la chitarra di Carmelo tra mille. Vi ricordate, amici di Abattoir, quante serate passate al Bocadillo a saltellare sotto al palco cantando a squarcia gola le canzoni dei Marta sui Tubi? E quella volta a quel secret concert nelle campagne trapanesi, in acustico, picciotti ho ancora la pelle d’oca al ricordo!

Ebbene, quella chitarra per me riconoscibilissima, la chitarra di Carmelo, è la protagonista indiscussa di “Piedi in acqua”, l’album uscito lo scorso gennaio e terzo disco da solista per Pipitone.

E se come me siete fan della chitarra di Carmelo, non potete non ascoltare il disco: un sound potente, viscerale, a tratti onirico, accostato a testi introspettivi e a tratti diaristici.

In un’intervista Carmelo racconta che i 13 brani del disco racchiudono sensazioni provate scaturite dagli ultimi tempi in cui abbiamo vissuto: con la pandemia si è avuto molto tempo per pensare, interrogarsi su ció che ci circonda da vicino ed, eventualmente, passare avanti. Una sorta di diario di bordo. E noi di Abattoir ne sappiamo qualcosa di diari di bordo!

I brani, dal sapore ruvido, tagliente, sono dominati da temi quali il tempo che scorre, l’assenza di un Dio e altri dubbi esistenziali ma intervallati da scorci di speranza e bellezza. Insomma, raga, è un viaggio: ascoltatelo!

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