In questo periodo sulle spiagge si vedono molti bambini con secchiello e retino intenti a pescare granchi, pesciolini, paguri, stelle marine, meduse e ogni altra creatura vivente che si trovi nei loro paraggi. La maggior parte di questi bambini lo fa con una sana curiosità e spesso ributta in mare quanto pescato. Tuttavia, alcuni bambini, con sadismo, lasciano i poveri animali nel secchiello a cuocere sotto il sole di mezzogiorno, mentre altri li seppelliscono nella sabbia rovente.
Questo comportamento avviene sotto lo sguardo per lo più compiaciuto dei genitori, che, indifferenti alla vita degli animali, sono complici della crudeltà dei loro figli. È difficile per altri adulti rimproverare figli non propri, perché la giustificazione è sempre pronta: “No, ma li butta a mare poi.” E questo se non si ha la sfortuna di incontrare un genitore particolarmente aggressivo che potrebbe reagire male alle osservazioni altrui, sentendosi costretto a difendere la propria virilità con un intervento fisico.
Chi glielo dice ai bambini che le meduse sono utili e non vanno uccise? C’è una comunità di bagnanti che sembra avere già messo una taglia su ognuna di loro.
Io, invece, raccolgo le meduse e le porto al largo, mostro come si fa a coloro che le seppelliscono sotto la sabbia o le lasciano spiaggiate. Insegnerò a mia figlia che possiamo usare il retino per la più nobile raccolta della spazzatura dal mare. Chissà che non possa essere d’esempio per qualche bambino e qualche genitore.