La calvizie è una di quelle cose che, finché non ti colpisce, rimane solo un dettaglio trascurabile degli altri. Ma quando sei tu a trovarti a guardare il tuo riflesso con la fronte che si allarga sempre di più, la prospettiva cambia.
Io sono calvo. E il paradosso è che, pur essendo rimasto con pochi capelli, quelli ai lati crescono come erbacce. Mi raso ogni due settimane, e continuo a rimandare finché, specchiandomi o guardando una mia foto, mi rendo conto di avere il look da “frate” e devo correre a rasarmi. Non è esattamente il tipo di routine che sogni, ma è necessaria per evitare un aspetto che di certo non spicca per giovinezza.
Mi consolo pensando che l’uomo, in quanto evoluzione della scimmia, prima o dopo perderà ogni pelo. Avete mai visto un alieno peloso? Il problema è che potrei dirmi più evoluto, non fosse per i numerosi peli sul petto e sulle spalle… non mi rimane che il vanto di non dovermi pettinare al mattino, e non dovere asciugare i capelli, sono waterproof, non temo la pioggia!
Non posso fare a meno di notare che in TV oggi si vedono raramente giovani calvi. Gli attori calvi sono relegati a ruoli ben specifici, spesso nei film d’azione dove la calvizie è associata a forza e durezza. Gli altri preferiscono coprire la testa con toupe o parrucche impeccabili. Questo contribuisce a mantenere l’idea che la calvizie sia antiestetica, un difetto da nascondere, più di quanto lo fosse una volta.
La calvizie è spesso oggetto di battute e scherni, a volte con autoironia, ma è innegabile che venga vista come un difetto fisico, al pari dell’obesità o della bassa statura. E la televisione non aiuta: i canoni di bellezza che promuove fanno sì che le persone normali sembrino brutte, imperfette, inadatte. Ci siamo abituati a volti ritoccati da filtri, extension, autoabbronzante, ciglia finte e protesi di ogni tipo. Persino i capelli, trapiantati o posticci, contribuiscono a questa illusione di perfezione.
Il risultato? Un’omologazione per sembrare sempre perfetti, costi quel che costi. In questo mondo di apparenze patinate, la calvizie rimane uno di quegli aspetti che sfugge alla standardizzazione. Forse è per questo che, nel mio piccolo, rasandomi il cranio ogni due settimane, mi ricordo di scegliere di mostrarmi per come sono, senza troppe illusioni. E per quanto possa essere difficile convivere con l’idea che il tempo lasci la sua firma sul mio capo, accetto che l’autenticità abbia ancora un valore.