Come ogni anno, il 25 dicembre si celebra il compleanno di Sir Isaac Newton. Ma è anche Natale, per cui dell’uomo che ha intuito che esiste una forza invisibile che ci tiene appiccicati a terra, ce ne scordiamo tutti presi da regali, panettoni vs pandoro e film scadenti di produzione Netflix.
Il Natale, festa religiosa per eccellenza (senza Natale non ci sarebbe il bambinello Gesù, salvatore degli uomini in terra), ha radici più antiche legate al solstizio d’inverno, un evento astronomico che per millenni ha ispirato miti e celebrazioni. Molte delle tradizioni natalizie, che oggi consideriamo parte integrante della festa, hanno legami con il paganesimo e con pratiche magiche. Questi elementi sono stati assimilati nel Natale cristiano per rendere più accettabile la transizione dal paganesimo al cristianesimo nelle regioni europee. Prendiamo l’alberello di Natale, ad esempio: l’usanza di decorare alberi sempreverdi è legata a tradizioni germaniche e nordiche. Gli antichi popoli celebravano Yule, una festa dedicata al solstizio d’inverno, decorando alberi o portandoli nelle loro case come simbolo di vita in un periodo in cui la natura sembrava dormire. Anche le lucine colorate e le candele, che a me piacciono tanto, sono legate alla tradizione pagana: accendere fuochi o candele durante il solstizio d’inverno era un modo per celebrare il ritorno del sole e la vittoria della luce sulle tenebre. Per non parlare poi del fatidico scambio dei regali, che è tutta colpa dei romani: durante la festa romana dei Saturnali, celebrata a dicembre in onore del dio Saturno, si assisteva a banchetti, giochi e allo scambio di doni.
La fregatura più fregatura di tutte, però, fu quella del Sol Invictus, ovvero la “festa della Luce”. Il 25 dicembre, infatti, era la data dedicata al culto del “Sole Invitto” nell’Impero Romano. La scelta di questa data per il Natale non è casuale: era una strategia per sovrapporre la nascita di Cristo al culto del sole, simbolo della luce che vince le tenebre.
In molte di queste tradizioni, il Natale era (e in parte è ancora) un momento di magia. I riti e le celebrazioni erano carichi di simbolismo: La rinascita del sole rappresentava il rinnovamento della vita. L’uso di erbe, come l’agrifoglio e il vischio, e riti di protezione derivano dalla magia popolare. Il solstizio era considerato un momento di transizione, in cui il velo tra i mondi era sottile, permettendo connessioni con il divino e con il soprannaturale.
Tutti elementi che richiamano riti magici e spirituali. L’inverno, con il suo buio e il freddo, era considerato un periodo in cui le forze spirituali erano particolarmente attive, rendendo necessarie pratiche magiche per proteggere la comunità e celebrare la rinascita della luce.
La figura della strega d’inverno: saggia e protettiva
La magia è parte integrante delle celebrazioni invernali, che va dai rituali di protezione al folklore sulla Befana.
Le streghe invernali, storicamente, non erano sempre viste come figure malefiche. In molte tradizioni, erano donne sagge, guaritrici o sciamane che svolgevano un ruolo fondamentale nella comunità durante i periodi di crisi invernale:
- Protezione del raccolto: In un’epoca in cui la sopravvivenza dipendeva dalle scorte alimentari, si credeva che le streghe potessero proteggere i granai e le dispense dalle forze oscure o dagli spiriti malevoli che infestavano l’inverno.
- Riti della fertilità: Alcuni rituali praticati durante il solstizio erano dedicati a garantire fertilità alla terra e agli animali nel nuovo ciclo. Le streghe erano spesso le depositarie di queste conoscenze.
La figura della Befana è un esempio perfetto della connessione tra streghe e tradizioni invernali. La Befana è una vecchia strega benevola che porta doni ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. La Befana potrebbe derivare da antiche divinità femminili legate alla fertilità e al rinnovamento stagionale, come Diana o Perchta. Il suo viaggio notturno, la scopa e i doni rappresentano un retaggio di rituali per la protezione e il rinnovamento. La Befana era anche vista come una figura che “ripuliva” l’anno passato, simboleggiando la chiusura di un ciclo e l’inizio di uno nuovo.
Oggi, molte delle tradizioni legate alle streghe e alla magia dell’inverno sono state reinterpretate in chiave simbolica o festiva. Tuttavia, il loro significato originario – proteggere la comunità, celebrare la natura e garantire il rinnovamento – sopravvive nei rituali moderni, come decorare la casa, accendere candele e scambiarsi doni.