Non ne potevamo più dei topi che banchettavano con i resti del nostro cibo; i loro escrementi, piccoli e neri, li ritrovavamo in giro per casa, sul pavimento, in ogni centimetro quadrato di quello che mio padre continuava a chiamare “casa”. […]
«Mi pagano per riparare, ma sarebbe meglio dire operare, le bambole di bambine romantiche aggrappate ancora alle gonne delle mamme, alte poco più di un metro con le calzamaglie rosa e le ballerine color confetto ai piedi».
«Ti ricu sulu ca l’amicu nuostro ddà, u’ nazista, iddu fici a mmiedda tutt’a vita e spaitti quannu muriu ci ficiru u sibbizziu nno primo canale».